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singola testata | Stampa clandestina

L'AZIONE


Luogo:
Teramo
Regione:
Abruzzo
Data inizio:
31 gennaio 1944
Ente produttore:
Partito d'azione
Tipologia:
politica
Appartenenza politica:
azionista
Numero pezzi:
6


Scheda storica

Anche a Teramo e provincia, soprattutto in centri come Giulianova e Montorio al Vomano, a partire da gennaio 1943, era circolato il primo numero de «L’Italia libera», organo clandestino del Partito d’Azione, rappresentato e guidato in loco dal medico Mario Capuani, l’avvocato Felice Mariano Franchi e dal funzionario di banca Adelchi Fiore Donati (Fioredonati): «[…] fu consegnato a un nostro compagno dal Prof. Pio Albertelli, membro della Direzione centrale, gloriosamente caduto alle Cave Ardeatine. Mario Capuani fu tra i primi a prenderne appassionata visione; altri numeri seguirono poi ad incrementare la passione dei seguaci di Mazzini e Rosselli».
Dopo i fatti di Bosco Martese (21-25 settembre 1943), l’insurrezione di Lanciano (5-6 ottobre 1943) e, in generale, l’organizzarsi delle bande partigiane nelle zone montane, anche l’Abruzzo visse una graduale ripresa della circolazione della stampa nazionale legata ai partiti maggiormente impegnati nella lotta antifascista. A questo tipo di pubblicistica verrà affiancata una produzione locale di fogli clandestini che cercherà di assumere un ruolo di guida sia tra i gruppi partigiani, unendoli in vista dell’insurrezione, sia con l’obiettivo di infondere nelle masse rurali una nuova coscienza politica e civile. Fu un impegno forte proprio nell’area teramana dove, più che altrove, le organizzazioni dell’antifascismo si mossero anche per risolvere i problemi connessi alla mancanza di mezzi e strumenti per la stampa (assenza di carta ed effettiva difficoltà di reperire strutture tipografiche adatte agli scopi). «L’Azione» testimonia proprio questo sforzo: fu diffusa a partire dal 31 gennaio 1944 e pubblicata con vicende alterne durante tutto il periodo dell’occupazione, andando a costituire l’unico esempio di periodico clandestino locale di matrice azionista intorno a cui si riunirà l’esigua e più attiva area di antifascismo militante non marxista operante nel teramano.
Il periodico, stampato per sei numeri, veniva redatto da un gruppo di giovani teramani, un montenegrino e un tenente colonnello inglese. Si trattava di Lina Melasecchi (Franca Lancia), Adelchi Fiore Donati (Vero Giusti), Demo Melasecchi (Italo Liberi), Vittorio Di Felice (Auro d’Esperia), Pietro Zulli (L’Attendente), Savino Pellanera (Franca Spada, Spartacus, Vindex), Milovas Lackavic (Milo montenegrino), F.O. Burne (tenente inglese); era prodotto in una caverna scavata tra il giardino di casa dei Melasecchi e quella di Fiore Donati, nei pressi di Circonvallazione Spalato.
L’uscita del primo numero fu accompagnata dalle seguenti parole: «l’opera della mente non è meno necessaria di quella del braccio; così ci siamo proposti di tenere alto, attraverso il nostro foglio, l’amor di patria che vivifica nei nostri petti e di smentire […] quei traditori che, asserviti al tedesco, calpestano il sacrificio dei fratelli caduti sul Carso e sul Piave».
Il foglio si caratterizzerà per una linea talvolta diversa da quella ufficiale del partito, esprimendo posizioni non sempre coerenti, probabilmente scaturite sia dagli oggettivi limiti tipografici presenti sia da una certa “ingenuità” ideologica, mista a improvvisazione, propria dei redattori.
E dunque, piuttosto che sviluppare un confronto con le altre forze di sinistra, differenziandosi da esse, l’«Azione» tenderà, in generale, ad adottarne il medesimo linguaggio, cercando di cogliere le affinità emerse nello sforzo resistenziale e puntando ad essere un’organizzazione operativa e militare, capace di veicolare, proprio attraverso le pagine del proprio giornale, messaggi in codice per i contatti con gli Alleati, appelli alla lotta clandestina per la formazione di distaccamenti delle Brigate Garibaldi e resoconti di operazioni partigiane: un atteggiamento poco propagandistico, non interessato alla formazione ideologica di possibili simpatizzanti né al loro inquadramento interno che di fatto finirà con il penalizzare in termini politici, già nell’immediato dopo-guerra, il partito.

Bibliografia/Sitografia:
S. Melarangelo, La Resistenza a Teramo. Documenti e immagini, Menabò, Ortona, 2013, p. 166-167.
S. Bugiardini, Azionismo e stampa clandestina a Teramo, «Abruzzo contemporaneo», 1991, n. 1, pp. 79-89.
M. Maranella, La stampa politica abruzzese del dopoguerra (1944-1948), Sedart, s.l., 1989.
L. Braccilli, Stampa clandestina e stampa della liberazione in Abruzzo: un primo inventario, «Rivista abruzzese di studi storici dal Fascismo alla Resistenza», 1981, n. 2, pp. 45-54.
R. Cerulli, La Resistenza a Teramo da Bosco Martese alla liberazione, La Nuova Editrice, Teramo, 1978.

Autore della scheda: Eugenia Corbino

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