L'UNITÀ 

Scheda storica

Il foglio, organo di informazione del Partito comunista italiano fu, insieme a «Italia Libera», il clandestino romano più diffuso, Ne erano redattori Mario Alicata e Celeste Negarville; tra i collaboratori Renato Guttuso, Aldo Natoli, Adolfo Pepe. L’edizione romana uscì per la prima volta il 19 settembre 1943 con 15 numeri sino a dicembre dello stesso anno e altri 13 fino al 28 maggio 1944.
Sede della redazione fu, fino al 29 gennaio 1944, la casa del professor Giacchino Gesmundo; in seguito questi venne arrestato dalle SS e portato in via Tasso; fu poi trucidato presso le Fosse Ardeatine.
Il foglio fu stampato con una tiratura pari a 1.000-2.000 copie, anche se alcuni numeri ne raggiusero le 8.000, con un costo di produzione (carta e stampa per un foglio di piccolo formato) che si aggirava tra le 6.000 e le 10.000 lire.
Lo caratterizzava il fatto di essere ricco di notizie, battagliero e preciso nell’inquadrare i problemi e nel proporre soluzioni.
Obiettivo da perseguire era l’unità del movimento antifascista e la necessità della guerra di liberazione nazionale contro il nemico. Il giornale svolse anche un ruolo di informazione in merito alla lotta partigiana, incitando all’azione armata e dandone resoconti in brevi articoli, con la forma spesso di bollettini di guerra. Erano, inoltre, forniti consigli utili alla lotta: il 15 dicembre 1943, ad esempio, venivano pubblicate le istruzioni per costruire i chiodi a quattro punte, definiti “strappacoperti” che si rivelano armi efficacissime per sabotare gli automezzi tedeschi.

Bibliografia/Sitografia:
G. Giannini, Lotta per la libertà. Resistenza a Roma 1943-1944, Edizioni Associate, Roma, 2000.
S. Neri Serneri (a cura di), Il Partito socialista nella Resistenza: i documenti e la stampa clandestina, 1943-1945, Nistri Lischi, Pisa, 1988.
G. De Luna, N. Torcellan, P. Murialdi, La stampa italiana dalla resistenza agli anni sessanta, Bari, Laterza, 1980.
E. Piscitelli, Storia della resistenza romana, Laterza, Roma-Bari, 1965.

Autore della scheda: Eugenia Corbino

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