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singola testata | Stampa clandestina

AVANTI!

giornale del Partito socialista italiano di unità  proletaria

Edizione Roma


Luogo:
Roma
Regione:
Lazio
Data inizio:
26 luglio 1943
Data fine:
20 maggio 1944
Ente produttore:
Partito socialista italiano di unità proletaria
Tipologia:
politica
Appartenenza politica:
socialista
Numero pezzi:
16


Scheda storica

L’edizione romana diretta da Pietro Nenni e Giuseppe Saragat (redattore capo Eugenio Colorni), annoverava tra i collaboratori: Vincenzo Crisafulli, Achille Corona, Luisa Usellini, Giovanni Jonoch, Giuliano Vassalli, Giuseppe Gracceva, Oreste Lizzardi e Mario Fioretti.
Il foglio fu pubblicato per la prima volta all’indomani del 25 luglio e per quattro volte durante i 45 giorni badogliani, con quindici numeri complessivi, fino al 20 maggio 1944. Cessò di circolare alla vigilia della liberazione di Roma in seguito all’assassinio di Eugenio Colorni, trucidato dai militi della Banda Koch nei pressi di piazza Salerno, mentre si recava a un incontro del partito.
Tra le tipografie in cui venne prodotto quella di Luigi Morara in via del Governo Vecchio, dei fratelli Chillemi in via dell’Orso, ma anche la tipografia di Manlio Gualerni in via Basento 55, come pure in via Bocca di Leone.
Il giornale, sin dal 1934, quando era stato stampato a Parigi (con il titolo di «Nuovo Avanti») aveva posto in discussione il tradizionale pacifismo del partito (accettando le tesi della difesa dell’Urss, paese del socialismo) poi accantonato con gli avvenimenti di Spagna e combattuto, all’inizio della Seconda guerra mondiale, per l’unità antifascista e la lotta a oltranza.
L’edizione romana presentava, nel periodo della clandestinità e fino alla liberazione di Roma, temi di interesse generale a cui faranno riferimento, riprendendoli o rielaborandoli, anche le altre edizioni locali: opposizione netta a Badoglio, stipula di un immediato armistizio con gli angloamericani, liquidazione definitiva del fascismo, epurazione radicale e ritorno progressivo alla legalità democratica, netta pregiudiziale antimonarchica.
Dopo l’esordio con il saluto alla libertà (26 luglio 1943) e la pubblicazione del documento costitutivo del Psiup (26 agosto 1943), l’«Avanti» mostrava idee chiare facendosi portavoce del partito. All’indomani dell’8 settembre 1943, la scelta politica socialista era stata immediata: le responsabilità storiche della monarchia, prima nella connivenza con il fascismo, poi nella tragedia dell’armistizio e della mancata resistenza ai tedeschi, privavano di ogni legittimità politica e morale qualsiasi governo costituito sotto la sua guida («Responsabilità», 26 settembre 1943), al solo Cln spettava dunque di assumere la guida della guerra antifascista e la preparazione della transizione istituzionale. Il Psiup si impegnò moltissimo affinché il Cln romano prima e il Cln dell’Alta Italia liberata poi, assumessero la sostanzialità dei poteri costituzionali e l’effettiva direzione politica e militare del paese.
Attraverso le pagine del foglio non venivano, inoltre, risparmiate critiche rivolte agli esisti del Congresso dei Cln svoltosi a Bari nel gennaio 1944 e alla svolta togliattiana di Salerno, rispetto a cui Nenni affermava che obiettivo pregiudiziale del partito doveva restare quello di strappare la guida del paese alle forze reazionarie, rappresentate da Badoglio e dalla monarchia. Nonostante le forti riserve espresse da Basso, lo stesso Nenni, sempre dalle colonne dell’«Avanti», tentava, tuttavia, di individuare i possibili elementi di convergenza con il Pci; proprio attraverso una riproposizione del Patto di unità di azione, questi respingeva, infatti, l’ipotesi di una rottura con i comunisti sull’opzione repubblicana.
Dedicate in prevalenza al confronto politico immediato, le pagine dell’«Avanti» non mancavano, tuttavia, di ospitare riflessioni di carattere più generale, con l’obiettivo di approfondire gli aspetti teorici e programmatici della politica del partito. Tra i temi più rilevanti: la novità di uno scenario rivoluzionario europeo prodotto dal conflitto e l’esigenza di affrontare da un punto di vista internazionale e federalista le prospettive del dopoguerra; un ripensare al socialismo come pensiero marxista umanista e rivoluzionario, in contrapposizione al decadentismo spiritualista e, infine, l’analisi dello stato socialista. Numerosi anche gli articoli legati alla storia del partito.
La tendenza a separare il confronto politico, da un lato, e lotta militare e tensione sociale dall’altro, che sembrò distinguere la resistenza romana, trovò conferma, all’interno del foglio, nella sostanziale limitazione di queste tematiche nel notiziario e nelle rubriche sindacali, talvolta curate, sotto lo pseudonimo di «Quidam» da Bruno Buozzi.
Si segnala come il foglio pubblicasse anche opuscoli e fascicoli. Ne era esempio: «La politica del partito socialista» stampato nel gennaio 1944.

Bibliografia/Sitografia
E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, Vol. II, Einaudi, Torino, 2006.
G. Giannini, Lotta per la libertà. Resistenza a Roma 1943-1944, Edizioni Associate, Roma, 2000.
S. Neri Serneri (a cura di), Il Partito socialista nella Resistenza: i documenti e la stampa clandestina, 1943-1945, Nistri Lischi, Pisa, 1988.
G. De Luna, N. Torcellan, P. Murialdi, La stampa italiana dalla resistenza agli anni sessanta, Bari, Laterza, 1980.
E. Piscitelli, Storia della resistenza romana, Bari, Laterza, 1965.

Sottotitoli del periodico: giornale del Partito socialista italiano di unità  proletaria

Autore della scheda: Eugenia Corbino

Numeri disponibili

1943

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1944

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