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singola testata | Stampa clandestina

IL POPOLO

pace, giustizia, libertà, giornale della Democrazia cristiana


Luogo:
Firenze
Regione:
Toscana
Data inizio:
novembre 1943
Ente produttore:
Democrazia cristiana
Tipologia:
politica
Appartenenza politica:
democristiana
Numero pezzi:
9
BID:
RT10005833

Scheda storica

L’edizione clandestina toscana del giornale della Democrazia Cristiana, pubblicato per la prima volta a Roma nell’ottobre 1943, vide la luce nel novembre 1943, simulando una falsa provenienza romana per non dare troppo nell’occhio. Ne vennero stampati e diffusi clandestinamente, fino alla Liberazione, nove numeri pubblicati in modo irregolare. Redattori del foglio furono Vittore Branca, Francesco Berti e Carlo Maggiora. Tra i collaboratori Mario Augusto Martini, Attilio Piccioni e Adone Zoli.
Per la stampa i cattolici si avvalsero della tipografia utilizzata dal partito Socialista per la pubblicazione dell’«Avanti». Gli articoli, che venivano consegnati alla redazione, erano battuti a macchina da Francesco Berti, poi messi in una busta e affidati a un dipendente della tipografia che li ritirava nello studio dello stesso Berti, avvocato. Lo stesso impiegato provvedeva poi a trasportare i giornali freschi di stampa presso il Convento di San Paolino, nei pressi di Piazza Ognissanti dove, fino alla Liberazione, verrà ospitata la redazione del foglio. Da lì partiva poi la distribuzione.
Il primo numero, composto da sole due pagine e datato 1° dicembre 1943, a cura di Berti e Martini, fu stampato con una tiratura di 2.000 copie che la stessa redazione si impegnò a distribuire tra i diversi capi cellula attivi a Firenze; altre copie furono inviate in Provincia e tra le località più importanti della Toscana o furono direttamente inserite nelle cassette delle lettere, tra le intercapedini dei portoni, le saracinesche dei negozi o sui sedili dei tram.
A breve distanza dal primo venne pubblicato anche il secondo numero, datato 31 dicembre, anche esso con l’indicazione di stampa riferita a Roma. Del foglio, ora più corposo, perché composto da quattro pagine, venne raddoppiata la tiratura.
Per iniziativa del Comitato regionale della Democrazia Cristiana della Toscana, nel febbraio 1944, venne stampata una “Collana” con l’obiettivo di raccogliere «ogni contributo volto a chiarire alla luce del pensiero cristiano i problemi politico-sociali dell’oggi». Degli otto opuscoli annunciati su «Il Popolo» (a. II, n. 8) furono pubblicati, nel periodo clandestino: «i Cattolici nell’era presente. La missione sociale e politica della Democrazia Cristiana» anonimo, ma scritto, secondo la testimonianza di Francesco Berti, da Mario Augusto Martini, di cui fu realizzata ampia tiratura e fu poi diffuso in tutta la Toscana e mandato per posta ai vescovi d’Italia. In seguito uscirono: «La vivente tradizione della Democrazia Sociale Cristiana. Ai Giovani Intellettuali d’Italia» (a proposito di un manifesto comunista) – pubblicato anonimo, ma scritto da G.P. Meucci e un compendio del Quaderno n.2, dedicato alla missione sociale e politica della Dc: «Direttive programmatiche della Democrazia Sociale Cristiana».
Nel foglio dei cattolici si notava un deciso travaglio ideologico e l’assenza di un indirizzo dogmatico imposto dall’alto. In un primo tempo il giornale proseguì le tendenze socialisteggianti e lapiriane che avevano caratterizzato il bollettino «San Marco» (stampato per due soli numeri nel periodo badogliano), portando avanti uno spirito di rivolta contro la società borghese di cui si era fatto puntello il fascismo. Il «Popolo» dava spazio anche a questioni relative alla vita nazionale e cittadina di quei giorni. Nel numero del 24 aprile, per esempio, si discuteva ampiamente la decisione presa, su iniziativa di Togliatti, dalle direzioni dei partiti democratici nell’Italia liberata, di accantonare la questione istituzionale e di collaborare con il governo badogliano, conformemente a quanto era stato deciso a livello nazionale; anche il «Popolo» di Firenze accolse l’iniziativa. In questo stesso numero si polemizzava, inoltre, con i preti fascisti di «Repubblica» e si analizzava la questione sindacale, anche se su questo argomento i sindacalisti democristiani parevano non avere ancora idee ben chiare, rimanendo legati a concezioni corporativistiche.
Il tentativo della Dc di farsi strada tra il proletariato operaio e rurale è manifestato dal fatto che un intero numero fu dedicato al 1° maggio, anche se, l’impressione è che nella redazione del giornale fosse subentrata, nel frattempo, una tendenza più conservatrice e che il timore delle masse comuniste cominciasse a sostituire la polemica antiborghese ed antifascista dei primi numeri.
Anche il «Popolo», nell’imminenza dell’insurrezione, si dedicò a spiegare le funzioni del Comitato toscano di liberazione nazionale, onde rendere consapevole e partecipe la cittadinanza della nuova autorità popolare emanata dalla Resistenza. Al dibattito teorico subentrò, dunque, la realtà della lotta clandestina.
In occasione della Liberazione di Firenze (11 agosto 1944) uscì un numero straordinario. Il giornale riprese poi le pubblicazioni il 28 settembre 1945 con la denominazione di «Il Popolo Libero», diretto da Francesco Berti.

Bibliografia/Sitografia:
C. Francovich, La Resistenza a Firenze, con una nuova introduzione di S. Neri Serneri, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2014 (prima edizione, 1962).
F. Contorbia, Giornali e Riviste a Firenze 1943-1946, Firenze, Polistampa, 2010.
C. Francovich, Scritti sulla Resistenza (1954-1980), a cura di Mirco Bianchi, Polistampa, Firenze, 2007.
F. Berti, Diario di un anno: cattolici e Resistenza in Toscana, Polistampa, Firenze, 2005.
G. De Luna, N. Torcellan, P. Murialdi, La stampa italiana dalla Resistenza agli anni Sessanta, Laterza, Roma-Bari, 1980.

Sottotitoli del periodico: pace, giustizia, libertà, giornale della Democrazia cristiana

Autore della scheda: Eugenia Corbino

Numeri disponibili

1943

dicembre . Numero [sn]Leggi il numero -->
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31 dicembre . Numero 5, anno 1Leggi il numero -->
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1944

18 luglio . Numero 7, anno 2Leggi il numero -->
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