L'AURORA
organo dei comunisti marchigiani
Marche
1 settembre 1943
Data fine:
5 febbraio 1944
Partito comunista italiano
Tipologia:
politica
Appartenenza politica:
comunista
Scheda storica
Quando uscì, il 1° settembre 1943, il primo numero de «L’Aurora», organo dei comunisti marchigiani stampato fino al 5 febbraio 1944, poi rinominato «Bandiera Rossa», i diversi nuclei di militanti legati al partito, che si erano ricostituiti nella regione durante il ventennio fascista, avevano ormai ristabilito i collegamenti con il Pci.
Dopo una serie di incontri, si decise di affidare ai comunisti di Ancona il compito di occuparsi della stampa; questi ultimi, infatti, già dal 1942 avevano tentato di pubblicare, senza successo, «il Maglio», un foglio non più ciclostilato ma stampato. A tal scopo, si erano procurati anche il materiale tipografico, rimasto poi inutilizzato in seguito a una serie di arresti.
La direzione politica del giornale e l’incarico di scrivere gli editoriali vennero affidati a Egidio Cappellini, mentre per il compito di redazione e di stampa fu costituito un gruppo di giovani diretto da Gherardo Corinaldesi (Lillo), ex anarchico, entrato nel 1937 all’interno del partito e subito messosi in luce per le buone capacità organizzative. Vi facevano parte anche Bianca Sarti (staffetta), Armando Spoltore (tipografo), Ferruccio Santarelli.
I caratteri per i titoli vennero, dopo lunga ricerca, reperiti da Armando Spoltore, che si occupava anche della composizione; la carta, l’inchiostro e altri accessori furono, invece, forniti, non senza paure e resistenze, da alcune tipografie locali; anche la questione del finanziamento fu risolta con l’apertura di una sottoscrizione permanente. In ciascun numero, inoltre, si dava nota della somma raccolta e si riportavano anche gli elenchi dei singoli sottoscrittori, che spesso spiegavano, in poche parole, le ragioni che li avevano spinti a effettuare il versamento (in massima parte: il trionfo della rivoluzione, le vittorie dell’Armata rossa, Stalin, Tito). Vennero, infine, aggregate al gruppo alcune giovanissime staffette addette a curare i collegamenti e la distribuzione delle copie stampate (tra le 3.000 e le 4.000).
La scelta del titolo, naturalmente, non trovò tutti d’accordo: prima del fascismo si era registrato in regione un fiorire di giornali e giornaletti socialisti e operai; dopo la scissione di Livorno, tuttavia, solo alcune delle testate avevano portato avanti la linea comunista, tra queste il «Progresso comunista» di Fano e «Bandiera Rossa» di Ancona che, dopo poco tempo, si impose come il primo e più importante organo a stampa del Pci locale; fu, perciò, naturale che i militanti, a tanti anni di distanza, per sottolineare la coerenza e la continuità della battaglia portata avanti, riproponessero la medesima testata; e non fu facile per Egisto Cappellini spiegare le “ragioni di opportunità” politica che consigliavano di chiamare il nuovo giornale in altro modo. «L’Aurora» costituiva, in tal senso, un titolo poco caratterizzante e impegnativo, utile a spezzare la tendenza al settarismo che, in particolare nell’anconetano, aveva portato il Pci in una posizione di isolamento e chiusura.
Dopo l’8 settembre, anche nelle Marche, l’organizzazione delle bande armate, dei Cln e dei Gap nella lotta armata divenne il compito più pressante che i comunisti si erano assunti. E anche «L’Aurora» sembrò immediatamente impegnarsi su questo terreno. Già dal primo numero aveva lanciato la parola d’ordine «morte all’invasore nazista», modificata da dicembre in poi in «morte all’invasore tedesco e al traditore fascista».
Sin dalle prime battute, inoltre, l’organo comunista aveva attirato l’attenzione dei propri lettori sul ruolo e il contributo dei contadini alla lotta di liberazione; quando il malcontento degli stessi iniziò ad assumere caratteri e dimensioni di movimento, «L’Aurora», per favorirne la crescita, istituì una particolare rubrica: «La tribuna del contadino».
Bibliografia/Sitografia:
R. Giacomini, Ribelli e partigiani: la Resistenza nelle Marche, 1943-1944, Affinità Elettive, Ancona, 2005.
P. Giannotti, I giornali clandestini delle Marche, Consiglio della Regione Marche-Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, 1975.
P. Giannotti, Stampa operaia e classi sociale nella stampa clandestina, Argalia Editori, Urbino, 1972.
E. Santarelli, I giornali della «Resistenza», in La Resistenza nell’anconetano, a cura dell’Anpi di Ancona, 1963.
M. Salvadori, La Resistenza nell’Anconetano e nel Piceno, Opere Nuove, Roma, 1962.
Autore della scheda: Eugenia Corbino
Numeri disponibili
1943 | 1 settembre . Numero 1, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> |
8 settembre . Numero 2, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
25 settembre . Numero 3, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
15 ottobre . Numero 4, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
30 ottobre . Numero 5, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
7 novembre . Numero 6, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
25 novembre . Numero 7, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
2 dicembre . Numero 8, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
9 dicembre . Numero 9, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
18 dicembre . Numero 10, anno 1 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
1944 | 1 gennaio . Numero 1, anno 2 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> |
8 gennaio . Numero 2, anno 2 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
22 gennaio . Numero 3, anno 2 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |
5 febbraio . Numero 4, anno 2 | Leggi il numero --> Vai alla scheda --> | |