LA DONNA FRIULANA

Scheda storica

La direzione della rivista è affidata a Rosina Cantoni “Giulia” a cui si affiancano Jole De Cillia “Paola” e Regina Franceschino “Irma”.
Virginia Tonelli, Fidalma Garosi “Gianna”, Amelia De Giorgio “Pina”, Rita De Giorgio “Rina”, attive nei servizi di stampa e di propaganda, sono alcune delle staffette che diffondono i giornali clandestini tra Veneto e Friuli e collaborano con i Gruppi di difesa della donna.
La pubblicazione si interrompe nell'inverno del 1944, a causa delle imponenti operazioni di rastrellamento nazifascista in cui perde la vita Jole De Cillia (9 dicembre), e riprende nel febbraio-marzo del 1945 con la diffusione dello Statuto provvisorio dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà.
I Gruppi di difesa della donna, riconosciuti dal Clnai il 21 agosto 1944, hanno l'obiettivo di formare tutte le donne antifasciste, senza distinzione di classe, religione ed età, alla lotta contro il nazifascismo e di istruirle politicamente anche impegnandole attivamente nella redazione di appelli, volantini e articoli. La tematica legata all'unità della lotta contro il nazifascismo riveste un ruolo fondamentale in una zona di confine come il Friuli, dove si compie una importante apertura verso le donne jugoslave.
Il giornale dedica parecchi articoli alla tutela dei diritti civili e lavorativi, alla partecipazione femminile al movimento di liberazione e alla ricostruzione di una società nuova, presentando esempi concreti. I pensieri esposti rispondono in maniera implicita alla stampa locale fascista, in modo particolare a «Il popolo del Friuli».
Una nota del Partito comunista, relativa alla produzione di materiale di propaganda del marzo 1945, segnala che nella Tipografia clandestina di Siacco, presso il Comune di Povoletto, sono stampate 200 copie della rivista “La donna friulana” e che le staffette “Pina”, “Irma” e “Sofia” sono coinvolte nella distribuzione del materiale.
La tipografia di Siacco è la più importante del Friuli orientale, attiva dall'estate del 1944 in concomitanza con la costituzione della Zona libera partigiana. La scelta del paese è subordinata alla decisione del Segretario politico della Federazione comunista di Udine, Ostelio Modesti “Franco”, che opta per un territorio dove sono attivi fin dal settembre 1943 gruppi di gappisti guidati dal comandante “Romeo” e dal commissario politico “Mattia”. Siacco è collocata in una posizione strategica ottimale per l'attività clandestina, perché è lontano da strade di grande comunicazione e percorrenza, ma contemporaneamente è facilmente raggiungibile. La sede della tipografia è allestita in un magazzino-bunker sotterraneo nel cortile di una casa colonica di proprietà della famiglia Coren, costruito per la conservazione di viveri. Il cortile è cinto da mura e provvisto di una doppia entrata, una a sud e una a nord. L'accesso, coperto da una tettoia, è chiuso da una botola nascosta da legna o da paglia. La macchina tipografica è stata recuperata dalla tipografia Ciussi di via Manin a Udine e trasportata pezzo per pezzo da Mattia Zizutto, successivamente riassemblata nel bunker. I caratteri tipografici sono stati recuperati da altre stamperie regionali.
Il Partito comunista incarica Argeo Onofrio “Nino”, Luigi Stampetta “Stampa”, Gino Mattiussi “Carlo”, Gaetano Zizzutto, Diego Bazzaro e Pasqualino Mattiussi dell'organizzazione della stampa. Lavorano di notte protetti da partigiani armati e durante il giorno sono ospitati dalle famiglie contadine del vicinato. Il materiale da riprodurre e la carta sono procurati da Regina Franceschino “Irma” e da Eldo Feruglio “Romeo”. La tipografia è un importante punto di riferimento per la Federazione del Partito comunista e per le organizzazioni di massa ad esso collegate.

Bibliografia:
-Emilia Accomando, La stampa clandestina della Resistenza in Friuli, Tesi di Laurea, Relatore: prof. Raffaele Molinelli, Università degli Studi di Urbino – Facoltà di Magistero – Laurea in Materie letterarie, A.A. 1971-1972
-Alberto Buvoli, Il partigiano "Battisti". Giannino Bosi Medaglia d'Oro della Resistenza friulana, il poligrafo, Comune di Pordenone, Padova, 1995
-Alberto Buvoli, La tipografia partigiana di Siacco di Povoletto, inedito, Archivio Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Fondo Diari e Testimonianze, b. 11
-Giovanni Angelo Colonnello, Guerra di Liberazione. Friuli, Venezia Giulia, Zone Jugoslave, Editrice Friuli, Udine, 1965
-Ines Domenicali, Le organizzazioni di massa in Friuli e nella Zona libera della Carnia, in «Storia contemporanea in Friuli», a. XIV, 15 (1984), pp. 181-194
-Sara Galli, Bibliografia della stampa femminile nella Resistenza, Guerini e Associati, Milano, 2006
-Giampaolo Gallo, La Resistenza in Friuli. 1943-1945, Ifsml, Udine, 1988
-Manlio Michelutti, La stampa clandestina periodica in Friuli (1943-1945). Rassegna bibliografica, in «Rassegna di storia contemporanea», a. II, 2-3 (1972), pp. 197-214
-Archivio della Resistenza presso la Biblioteca civica Vincenzo Joppi (Udine): busta 2/2, fascc. 145, 145a, 145c.

Autore della scheda: Monica Emmanuelli

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