LA VOCE REPUBBLICANA

Scheda storica

Il giornale è l'organo clandestino del Partito repubblicano italiano per l'Italia settentrionale, pubblicato a Milano dal gennaio 1944 al marzo 1945 per un totale di 7 numeri.
I confini organizzativi tra i repubblicani storici e il Partito d'azione nella fase cospirativa prima della caduta del fascismo non sono così chiaramente distinti. A Milano il gruppo repubblicano raccolto attorno a Mario Razzini, Ernesto Re e Aldo Spallicci stringe con il Pda un patto di collaborazione. Però la mancata inclusione dei repubblicani tra i soggetti firmatari dell'appello dei partiti antifascisti del 26 luglio e la tendenza egemonica dimostrata dagli azionisti inducono i repubblicani a rompere l'accordo.
Grazie all'impegno di Razzini, Re, Edoardo Frigè, Pasquale Gallo, Antonio Fussi, il Pri nell'autunno del 1943 recupera autonomia politica e organizzativa. Tale opera di riorganizzazione trova la sua consacrazione nel congresso clandestino delle federazioni dell'Italia settentrionale, che si svolge a Milano il 5 dicembre 1943, presso l'abitazione di Tiberi. Presieduta da Ernesto Re l'assise designa una direzione e nomina un esecutivo del nord Italia composto da: Mario Razzini, Gastone Sivieri, Edoardo Frigè, Carlo Russo, Antonio Bandini-Buti e Umberto Pagani, segretario.
L'incontro consente di superare le divisioni con il gruppo di Giovan Battista Pirolini, che aveva dato vita al Partito repubblicano rivoluzionario, e pone le basi per la costituzione di formazioni partigiane autonome, raccolte nelle Brigate Mameli, poi Brigate Mazzini.
Sempre nel corso del congresso viene decisa la pubblicazione di un'edizione settentrionale della “Voce repubblicana”, affidandone la direzione a Francesco Perri. Il Perri, già collaboratore del giornale e di altri fogli repubblicani prima dell'avvento del regime fascista, si occupa della redazione del foglio dalla prima uscita, nel gennaio 1944, fino all'ultimo numero clandestino, nel marzo 1945. La pubblicazione subisce una lunga interruzione tra il marzo e il settembre 1944 in coincidenza con la cattura di vari componenti della rete organizzativa del partito. Oltre a Pagani e Razzini, in questo periodo è arrestato anche Brenno Cavallari, che, attivo nella stampa di giornali clandestini, probabilmente era coinvolto anche nella pubblicazione della “Voce repubblicana”.
Il foglio esprime la linea politica del Pri, che nell'Italia settentrionale coniuga l'intransigenza repubblicana e la pregiudiziale istituzionale con la necessità di rapportarsi e collaborare, pur non essendone parte, con la struttura del Cln e con le forze politiche e militari che fanno riferimento all'organismo interpartitico.

Bibliografia:
-A. Spinelli, I repubblicani nel secondo dopoguerra, 1943-1953, Ravenna, Longo 1998.
-G. Tartaglia, Francesco Perri, dall'antifascismo alla repubblica, Roma, Gangemi 2013.
-G. Spadolini, I repubblicani dopo l'Unità, 1871-1980, Firenze, Le Monnier 1980.
-G. Toscani, I repubblicani nel periodo della Resistenza, in Archivio trimestrale, a. 9, n. 4, ottobre-dicembre 1983, pp. 723-742.
-A. Benini, La rinascita repubblicana e la polemica col Partito d'azione, in Archivio trimestrale, a. 10, n.1-2, gennaio-giugno 1984, pp. 79-84

Autore della scheda: Andrea Via

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